Confederazione nata in Grecia nel V sec. a.C., che
raggruppava originariamente le 12 città-cantone dell'Acaia. Poggiava su
una base democratica: le città che ne facevano parte erano tutte
considerate politicamente ed economicamente pari, e i cittadini, che possedevano
anche una cittadinanza federale, provvedevano essi stessi a eleggere ogni anno
il capo della Lega (stratego) e i suoi coadiutori. Fino al 225 a.C. vi furono a
capo due strateghi, poi uno solo eletto ogni anno e con il divieto di essere
rieletto. Lo stratego era coaudiuvato da demiurghi, ipparchi, ipostrateghi,
tamiai,
grammateis. Gli organi legislativi erano la
synodos, un'assemblea generale simile alla
bulè che si
riuniva a Egio, e la
syncletos, un'assemblea a carattere straordinario.
Sciolta dai Macedoni negli anni successivi alla battaglia di Cheronea (338
a.C.), la
L.a. rinacque all'inizio del III sec. a.C. dall'unione di
quattro città dell'Acaia (Dime, Fare, Patre, Triteo) alle quali presto se
ne aggiunsero altre sei. Lo scopo della
L.a. era la reciproca difesa
contro le aspirazioni egemoniche dei maggiori Stati greci e della Macedonia. La
sua potenza si accrebbe ulteriormente allorché Arato di Sicione promosse
l'adesione alla confederazione. Divenuto capo ideale della stessa, Arato ne
guidò l'espansione nel Peloponneso: in breve vennero conquistate Sicione,
Corinto, Megara, Terzene, Epidauro, Megalopoli, Argo, Filiunte. L'espansione
causò però lo scontro fra la
L.a. e il re di Sparta
Cleomene. La
L.a., allora, decisa ad abbattere l'egemonia di Sparta nel
Peloponneso, ricorse al re di Macedonia Antigono Dosone, che nel 222 a.C.
batté a Sellasia gli Spartani. Allo scoppio della seconda guerra macedone
(200 a.C.) la
L.a. si schierò con i Romani, giungendo a
sbaragliare Filippo V in Tessaglia (197 a.C.). Conquistò poi Messene,
l'Elide e Sparta (191 a.C.). Dopo la presa di Corinto la Lega venne sciolta
dagli stessi Romani. Grecia e Macedonia, non più indipendenti, vennero
assoggettate al controllo del governo romano insediato in
Macedonia.